Circa dieci anni fa mi regalarono un pupazzo grigio, con le orecchie viola e con la coda da scimmia, era strabico e puzzava di cavolo.
Ma gli volli subito bene, guardando i suoi occhi mi veniva da ridere e da piangere, trascinandolo per casa mi divertivo un sacco, e, se la vicina di casa veniva a brontolare per il frastuono, nascondevo il mio pupazzo dietro la schiena, e facevo la tipica faccia da brava bambina.
Lo chiamai Minnie.
quando compii quattro anni scoprii la mia passione per la danza classica, e mi iscrissi ad un corso che facevano in un'accademia poco distante dalla mia città.
Per essere ammessa all'accademia bisognava fare un provino, e quando mamma, papà e nonna vennero a vedermi, portarono il pupazzo Minnie con sè.
Fui ammessa alla scuola, facendo solo pochi salti e una piroetta.
Credo sia merito della mia Minnie, è stata lei a incoraggiarmi.
Vedevo il suo muso peloso sbucare dalla tribuna, che mi guardava con i suoi occhioni dolci dolci.
La maestra di danza, Clarissa, mi chiese se precedentemente avevo fatto altri corsi di danza prima di quello, ma quando scossi il capo, sorrise, e accarezzò la testa di Minnie.
Casualmente, il suo collega che insegnava alle bimbe di sei anni mi invitò al suo corso avanzato.
Che emozione!
L'anno dopo feci un bellissimo saggio di danza, e Minnie era in prima fila.
Venne a vedermi anche Stefi, la mia amica dell'asilo.
Quella sera venne a dormire da me, e mi raccontò una storia di paura, che si chiama " La bambola assassina".
La notte non riuscii a dormire, pensando che la mia Minnie si trasformasse di punto in bianco in un feroce assassino.
La mamma venne a tranquillizzarmi, e dopo cinque minuti mi portò Minnie, avvolta nel mio tutù.
L'abbracciai forte forte, e non la lasciai fino al mattino, quando il babbo mi accompagnò all'asilo.
Lì, Filly ( Filomena) mi prese in giro perchè ero spettinata, o baggianate del genere, e io ci rimasi male.
Volevo abbracciare solo lei, la mia Minnie.
La maestra volle sapere perchè avevo il magone, e io le spiegai che volevo il mio pupazzo favorito.
La maestra mi disse che il giorno dopo potevo portarlo con me, da far vedere a lei e ai miei amici, e così feci.
Ma i miei amici e la tata , forse si aspettavano una bambola di porcellana, non un mostriciattolo.
Così tutti si misero a strillare, e la tata disse di mettere via quell'obbrobrio, e lo scagliò fuori dalla finestra.
Ma il bidello Nando me lo ridiede, un pò più puzzolente e un pò più umido, ma sempre Minnie.
Quando andai alle elementari, Minnie mi lasciò.
Richard, un mio compagno di classe, le staccò la testa, e se la portò via.
Di lei non mi resta altro che un bel ricordo, che vorrei trasmettere anche a tutti voi!
Ma gli volli subito bene, guardando i suoi occhi mi veniva da ridere e da piangere, trascinandolo per casa mi divertivo un sacco, e, se la vicina di casa veniva a brontolare per il frastuono, nascondevo il mio pupazzo dietro la schiena, e facevo la tipica faccia da brava bambina.
Lo chiamai Minnie.
quando compii quattro anni scoprii la mia passione per la danza classica, e mi iscrissi ad un corso che facevano in un'accademia poco distante dalla mia città.
Per essere ammessa all'accademia bisognava fare un provino, e quando mamma, papà e nonna vennero a vedermi, portarono il pupazzo Minnie con sè.
Fui ammessa alla scuola, facendo solo pochi salti e una piroetta.
Credo sia merito della mia Minnie, è stata lei a incoraggiarmi.
Vedevo il suo muso peloso sbucare dalla tribuna, che mi guardava con i suoi occhioni dolci dolci.
La maestra di danza, Clarissa, mi chiese se precedentemente avevo fatto altri corsi di danza prima di quello, ma quando scossi il capo, sorrise, e accarezzò la testa di Minnie.
Casualmente, il suo collega che insegnava alle bimbe di sei anni mi invitò al suo corso avanzato.
Che emozione!
L'anno dopo feci un bellissimo saggio di danza, e Minnie era in prima fila.
Venne a vedermi anche Stefi, la mia amica dell'asilo.
Quella sera venne a dormire da me, e mi raccontò una storia di paura, che si chiama " La bambola assassina".
La notte non riuscii a dormire, pensando che la mia Minnie si trasformasse di punto in bianco in un feroce assassino.
La mamma venne a tranquillizzarmi, e dopo cinque minuti mi portò Minnie, avvolta nel mio tutù.
L'abbracciai forte forte, e non la lasciai fino al mattino, quando il babbo mi accompagnò all'asilo.
Lì, Filly ( Filomena) mi prese in giro perchè ero spettinata, o baggianate del genere, e io ci rimasi male.
Volevo abbracciare solo lei, la mia Minnie.
La maestra volle sapere perchè avevo il magone, e io le spiegai che volevo il mio pupazzo favorito.
La maestra mi disse che il giorno dopo potevo portarlo con me, da far vedere a lei e ai miei amici, e così feci.
Ma i miei amici e la tata , forse si aspettavano una bambola di porcellana, non un mostriciattolo.
Così tutti si misero a strillare, e la tata disse di mettere via quell'obbrobrio, e lo scagliò fuori dalla finestra.
Ma il bidello Nando me lo ridiede, un pò più puzzolente e un pò più umido, ma sempre Minnie.
Quando andai alle elementari, Minnie mi lasciò.
Richard, un mio compagno di classe, le staccò la testa, e se la portò via.
Di lei non mi resta altro che un bel ricordo, che vorrei trasmettere anche a tutti voi!
Sofia